Navigation close button

IL BORGO

IL BORGO FANTASMA PIÚ BELLO D’ITALIA

 

Il borgo di Apice vecchia è un museo a cielo aperto, dominato da un castello, recentemente restaurato e dai resti di un ponte romano su cui passava la via Appia: il Ponte Rotto.

L’origine etimologica del nome Apice deriverebbe da apex in riferimento alla collocazione sulla sommità di un colle. Il ponte romano situato nella contrada Morroni, denominato “Ponte Rotto” e facente parte della via Appia – la regina viarum – testimonia inoltre la centralità dell’insediamento, nella coltura della vite, dell’olivo e degli ortaggi, fin dall’epoca romana.

In età medievale Apice apparteneva alla contea di Ariano Irpino e ospitava ben sette castelli (i cui resti sono tra l’altro visibili nelle località Tignano e Fiego) tra cui il più importante, il Castello dell’Ettore: essendo un punto nevralgico per l’esercizio del potere intorno ad esso si era sviluppato il vero e proprio borgo di Apice, soprattutto nel corso dell’XI sec.

La storia del paese, però, è segnata indelebilmente dal terremoto del 21 agosto 1962 quando, in seguito a due scosse del sesto e settimo grado della Scala Mercalli, gli abitanti furono fatti evacuare in un sito ritenuto geologicamente più stabile, sul versante opposto della collina.

Il succitato Castello dell’Ettore, costruito sul punto più alto della collina e dominante la media valle del Calore, disponeva di tre baluardi (oggi ne è visibile soltanto uno) era caratterizzato da ambienti affrescati e da una cappella votiva. In seguito agli interventi strutturali il Castello è stato inaugurato nel dicembre 2016 e offre l’opportunità di organizzare feste private, congressi e incontri pubblici. Il Castello ospita anche un Museo di Arte Contemporanea e un Museo di Arte Contadina, con un allestimento affiancato da una mostra archeologica permanente.

Un riferimento ad Apice si trova menzionato per la prima volta nel secolo VIII, in un diploma di concessione del Principe longobardo Grimoaldo a Montecassino “sub Apice”. Nel corso dell’XI sec. Apice apparteneva alla contea di Ariano, ed è proprio a questa fase storica che risale la costruzione del Castello dell’Ettore. Sul territorio di Apice secondo le fonti storiche erano ubicati ben sette Castelli, dei quali si conservano ancora oggi i ruderi, (alle località Tignano e Fiego); tali strutture rientravano in un articolato sistema difensivo e di controllo del territorio che vedeva nel Castello dell’Ettore il punto nevralgico per l’esercizio del potere.

Il Castello dell’Ettore, costruito sul punto più alto della collina, domina sia la media valle del Calore che l’antico centro abitato; quest’ultimo risulta essere organizzato secondo la disposizione a “conchiglia”, tipica dei borghi medievali, dove l’intero assetto viario di strade e vicoli risulta convergente e allineato con il castello medievale. Da un documento del 1626 il castello dell’Ettore è descritto come circondato da “tre baluardi fortissimi”, dei quali oggi è possibile ammirarne soltanto uno nella sua integrità strutturale, dotato di dispense, caratterizzato dalla presenza di ambienti affrescati e da una cappella votiva. L’edificio che è giunto ai nostri giorni è il frutto delle continue opere di ricostruzione, di ristrutturazione a causa del susseguirsi di eventi sismici, di cambi di destinazione d’uso e all’alternarsi di diverse proprietà nel corso dei secoli.